Una scultrice tra le più importanti e significative del panorama artistico non solo africano, conosciuta a livello internazionale. Queste splendide sculture sembrano venire direttamente dal centro della Terra stessa….
Nel 1989 il Centro G. Pompidou di Parigi firmò una mostra che fece cambiare, nel mondo occidentale, la percezione dell’ arte africana: "Les magiciennes de la terre". Da quel momento e grazie anche al testo di Louise Bourgeois, che definì Seni Camara “la maggior scultrice contemporanea”, la leggenda ebbe inizio…. Leggendaria divenne persino la sua persona, alimentata dal voluto isolamento, in un Senegal percorso da un continuo stato di guerra dove ogni spostamento ed ogni pensiero diventano impegnativi quando non pericolosi….. Leggendaria la sua vita di “sciamana”, disinteressata a tutto ciò che non rientra nel “suo universo”. Una donna che conosce profondamente l’essere umano e le sue spinte emotive profonde.
Da quell’ ormai lontano 1989l’ “Arte africana” ha avuto un riconoscimento sia a livello di critica d’arte sia di gusto, rendendo limitante e limitativa l’aggettivazione “africana”. Rappresentante della società Diola, Seni Camara incarna l’anima intima dell’ Africa, le sue spendide e terribili contraddizioni. La scultrice non ha avuto figli, ma è madre di un intero villaggio che accudisce e protegge. Ha affidato alle sue opere il compito di mostrare il grande mito ancestrale della Maternità con tutte le teste degli infiniti figli che fioriscono da Lei; Un corridoio verso il mondo animista che ci circonda, una via per ritornare all’Origine. La stessa nascita delle sue opere è un rito sciamanico. La terra ha forma antropomorfa; Il bosco diventa il forno dove “nascono” le sue creature. Una danza frenetica, i gesti e le parole da “sacerdotessa” fanno da levatrici a queste “nascite creative”. Quando tutto si compie, la accompagnano a casa opere cariche dello Spirito degli Antenati e della Madre Africa.
La Galleria Ca’ di Fra’ propone una nuova mostra, dopo la personale del 2004, di questa artista unica, figlia dell’ Africa.
Un “dialogo” tra le sculture di Seni Camara e la fotografia di Paola Mattioli La prima scultrice, la seconda fotografa. Due artiste, due universi, un incontro di vita.
Una quindicina di sculture in dialogo con altrettante fotografie in un intreccio particolare e unico.