Angelo Verga (Milano, 1933 - 1999) Il suo lavoro è una continua "ipotesi" e "ricerca"….
Movimento Nucleare (anni ‘50). Firmò manifesti con Sordini e Manzoni (1956 / 1957). Gruppo del Cenobio (1962).
Il Cenobio pose al centro della propria poetica la ricerca segnica, aprendo un fossato con le correnti dell’Arte Oggettuale, Cinetica, Programmata e Pop che stavano avanzando. Nelle opere di questo periodo il segno è una grafia leggera.
La sua ricerca sul segno e sul gesto maturarono con lui fino ad approdare ad un’ essenzialità e povertà di elementi compositivi assolute. “A questa austerità si oppone, ha osservato Nello Ponente, una vivacità ed una ricchezza di rapporti tra segno e segno, tra segno e zona di colore, tra forma e colore”. Tempo e Spazio sono concetti interiori, intimi; Così come il concetto di geometria è, per lui, assoluto e personale. Dal 1967 Verga rivolge, infatti, la sua attenzione a figure geometriche quali il quadrato, il triangolo, il cerchio. La geometria riveste una valenza importante nella composizione della tela così come nella razionalizzazione dello spazio di lavoro (Il triangolo matto, Il quadrato stanco sono lavori anni’70). La sua ricerca sul ritmo e sullo spazio giunge ad estreme semplificazioni proponendo, sempre più, uno spazio ragionato e misurato. Queste opere sono tutte variazioni su un unico tema: quello di una o più immagini cromatiche distinte, ricondotte a figure geometriche. Sono anche gli anni di Tensioni e Incastri (1968 - 70) e delle tempere e lavori ad olio intitolati "Ciclotimia", "Sequenze", “Il nodo dell’amore”.
La mostra, che conclude il ciclo dedicato al Gruppo del Cenobio, pone l’ attenzione sugli anni’60 / ‘70 della sua produzione.